domenica 8 giugno 2014

Beginning the experience on board: my first shift


Life on board a research vessel is highly organized and it has to be this way, given the costs of managing such type of ship: a concentrate of technology and of specialized personnel.

The project coordinator and the chief scientists(Renata G. Lucchi and Vedrana Kovacevic from Italian OGS) had planned in advance the timing of the activities to be carried out by different research groups from different countries (Italy, Norway, Sweden, Poland, Ireland, Germany), so they assigned everybody fixed working times, called shifts, extended upon 24 hours: the best way of exploiting the continuous presence of light of the Arctic summer.

I was really lucky: my shifts are 08-12 and 20-24 and I am working between the Operation Room and the Hangar, as I am going to describe.

The Operation Room is the place where scientists, engineers and technicians control instruments and equipment fitted in the ship and the deployment of further equipment into the sea.

I am currently working with Eli Anne Esrdal, a young oceanographer (and meteorologist) from University Center in Svalbard: she controls the deployment and recovery of equipment at given stations while I write logs and enter data.





G.O.Sars Operation Room
(image: G.Realdon)

Moreover, when a water-sampling device called carousel water sampler (or rosette) is recovered into the Hangar, we take a sample of bottom water for control analysis.

The atmosphere at work is busy, but friendly and collaborative at the same time.

The weather is fairly good, given the location (latitude around 75°N): what could I wish more?


water-sampling from carousel (rosette) water sampler
(image: G.Realdon)

La vita a bordo di una nave da  ricerca è estermamente organizzata, e deve essere così, dati i costi di gestione di questo tipo di nave: un vero concentrato di tecnologia e personale specializzato.

La coordinatrice del progetto e le capo-spedizione (Renata G.Lucchi e Verdana Kovacevic, entrambe dell’OGS di Trieste) avevano programmato in anticipo la tempistica delle attività che sarebbero state realizzate da parte deidiversi gruppi di ricerca di varipaesi (Italia, Norvegia, Svezia, Polonia, Irlanda, Germania); hanno quindi assegnato a ciascuno dei turni di lavoro, chiamati “shifts”, sulla base delle 24 ore: il miglior modo di sfruttare la continua presenza di luce dell’estate artica.

Io sono stata molto fortunata: i miei turnisono 08-12 e 20-24 e lavoro tra la Operation Room (sala di controllo) e l’Hangar, come racconterò tra poco.

La Operation Room è il luogo in cui ricercatori, ingegneri e tecnici controllano gli strumenti e le attrezzature montat isulla nave,  nonché la calata a mare di ulteriori attrezzature scientifiche.

Attualmente sto lavorando con Eli Anne Ersdal, una giovane oceanografa (e meteorologa)dell’University Center delle Svalbard: lei controlla la calata e il recupero delle attrezzature nelle “stazioni” stabilite, mentre io riempio schede di lavoro (“log”) e carico dati in computer.


G.O.Sars Operation Room
(image: G.Realdon)

Inoltre, quando un dispositivo di campionamento dell’ acqua chiamato carousel water sampler (o rosette) rientra nell’Hangar, prendiamo un campione d’acqua di fondo per analisi di controllo.
L’atmosfera di lavoro è concentrata, ma allo stesso tempo amichevole e collaborativa.
Il tempo è piuttosto buono, in considerazione della posizione (circa 75° di latitudine): cosa potrei desiderare di piu?


2 commenti:

  1. Great! Giulietta I am so envious of you! I'll follow your adventure while I am in the commission of the final exam. Baci baci, Maddalena

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  2. Dear Giulietta, I follow every word you put on the blog. It`s very exciting to work with the scientists. As biologist I would like to know more information about the water sample analysis. Best regards from Marina (Serbia)

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