Paolo Mansutti is a technician and Davide
Deponte is an engineer, both from the Italian National Observatory of Oceanography
and Experimental Geophysics (OGS) of Trieste.
I take the occasion of a break between
shifts to ask them about a mysterious (at least for me) entity I have heard of
during this cruise: the mooring.
They explain me that moorings are named in
this way because they are devices that are moored on the seafloor by means of
heavy weights.
During PREPARED cruise, an international team
of oceanographers, geologists and technical specialists (from Italian OGS, CNR
and other European institutions) is deploying some moorings South-West of
Spitsbergen.
How does a mooring look like? It is not
easy to say, because it consists in a modular structure, composed according
researchers’ aims.
First of all there is the ballast, a heavy
weight necessary so contrast Archimedes’ pull: it is made of iron and usually
consists in… a number of dismissed train
wheels, as I learnt (with surprise) from Leonardo Langone, an Italian
oceanographer from National Research Council (CNR-ISMAR) of Bologna.
The ballast is linked with a Kevlar cable
of customized length carrying a number of instruments and ending with one or
more buoys aimed at keeping the cable vertical and the instruments at the
planned depths.
The equipment used in this cruise includes ACDP
(Acoustic Current Doppler Profiler) which measures current velocity in a given
vertical range, other instruments for measuring current velocity, water
salinity and temperature and sediment traps, programmed to collect settling
particles for different time periods.
All the instruments record their data and
store them on site until the mooring is rescued after several months. For this
aim another important component is the remote-controlled unlocking device.
After the planned recording period,
researchers will return on the site and, by means of a hydrophone, will
activate the unlocking device and will recover the mooring.
So… fingers crossed until next year!
P.S. The "Mooring Men"
On board G.O.Sars they are known as “The Mooring Men”, and they work as a single team in realizing a highly co-operative enterprise. They are from different European countries and institutions and are able to transform every difference into a valuable resource.
Let me introduce them.
From OGS, Italy: Simone Cosoli, Davide Deponte, Paolo Mansutti
From CNR-ISMAR, Italy: Stefano Aliani, Lorenzo Corgnati, Leonardo Langone
From University of Gothenburg, Sweden: Sam Fredriksson, Ardo Robijn
Sam Fredriksson |
Ardo Robijn |
Paolo Mansutti e Davide Deponte sono, rispettivamente, un tecnico e un ingegnere dell’Osservatorio Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste.
Ho approfittato della pausa tra due turni per far loro qualche domanda su un oggetto misterioso (almeno per me) di cui ho sentito parlare durante questa crociera: il mooring.
Mi spiegano che i mooring si chiamano così perché sono dispositivi stanno ancorati (in inglese to moor, appunto) sul fondale per mezzo di grossi pesi.
Durante la crociera PREPARED un gruppo internazionale di oceanografi, geologi e specialisti tecnici, provenienti dall’OGS, dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e da altre istituzioni europee, sta posizionando alcuni mooring a Sud-Ovest di Spitsbergen.
Che aspetto ha un mooring? Non è facile a dirsi, perché esso ha una struttura modulare,
strutturata in base allo scopo della ricerca.
Per prima cosa c’è la zavorra, un grosso peso necessario a contrastare la spinta di Archimede: è fatto di ferro e di solito consiste in… alcune ruote di treno dismesse, come ho imparato (con una certa sorpresa) da Leonardo Langone, un oceanografo italiano del CNR-ISMAR di Bologna.
Alla zavorra è agganciato un cavo di Kevlar - lungo a seconda del bisogno – collegato con un certo numero di strumenti e, all’altra estremità, con una o più boe per tenere il cavo in verticale e gli strumenti alla profondità desiderata.
I dispositivi usati in in questa crociera comprendono l’ACDP (Acoustic Current Doppler Profiler), che misura la velocità della corrente su una certa sezione verticale, altri strumenti per misurare la velocità della corrente, la salinità e la temperature dell’acqua, nonché trappole per sedimenti, programmate per raccogliere le particelle che si depositano in un intervallo di tempo prestabilito.
Tutti gli strumenti registrano i loro dati e li conservano sul posto fino al momento in cui il mooring, dopo diversi mesi, viene recuperate. Per fare ciò, un altro costituente fondamentale è il dispositivo di sgancio comandato a distanza.
Trascorso il periodo di misurazione programmato, i ricercatori torneranno sulla stessa posizione e, per mezzo di un idrofono, attiveranno il dispositivo di sgancio e recupereranno il mooring.
Incrociamo le dita fino al prossimo anno!
Mooring components on the deck (Image: G.Realdon) |
P.S. I "Mooring Men"
A bordo della G.O.Sars sono conosciuti come
i “Mooring Men” e lavorano come un’unica squadra per realizzare un’impresa altamente
collaborativa. Vengono da diversi paesi europei e da diverse istituzioni, ma sono in grado di trasformare
ogni differenza in una risorsa preziosa.
Permettete che ve li presenti.
Dall’OGS, Italia: Simone Cosoli, Davide
Deponte, Paolo Mansutti
Dal CNR-ISMAR, Italia: Stefano Aliani,
Lorenzo Corgnati, Leonardo Langone
Dall’Università di Gotheborg, Svezia: Sam
Fredriksson, Ardo Robijn
Davide Deponte |
Paolo Mansutti |
Stefano Alliani |
Leonardo Langone |
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