mercoledì 11 giugno 2014

A needle in the haystack… at the bottom of the sea!

Paolo Mansutti is a technician and Davide Deponte is an engineer, both from the Italian National Observatory of Oceanography and Experimental Geophysics (OGS) of Trieste.
I take the occasion of a break between shifts to ask them about a mysterious (at least for me) entity I have heard of during this cruise: the mooring.
They explain me that moorings are named in this way because they are devices that are moored on the seafloor by means of heavy weights.
During PREPARED cruise, an international team of oceanographers, geologists and technical specialists (from Italian OGS, CNR and other European institutions) is deploying some moorings South-West of Spitsbergen.
How does a mooring look like? It is not easy to say, because it consists in a modular structure, composed according researchers’ aims.
First of all there is the ballast, a heavy weight necessary so contrast Archimedes’ pull: it is made of iron and usually consists in…  a number of dismissed train wheels, as I learnt (with surprise) from Leonardo Langone, an Italian oceanographer from National Research Council (CNR-ISMAR) of Bologna.
The ballast is linked with a Kevlar cable of customized length carrying a number of instruments and ending with one or more buoys aimed at keeping the cable vertical and the instruments at the planned depths.
The equipment used in this cruise includes ACDP (Acoustic Current Doppler Profiler) which measures current velocity in a given vertical range, other instruments for measuring current velocity, water salinity and temperature and sediment traps, programmed to collect settling particles for different time periods.
All the instruments record their data and store them on site until the mooring is rescued after several months. For this aim another important component is the remote-controlled unlocking device.
After the planned recording period, researchers will return on the site and, by means of a hydrophone, will activate the unlocking device and will recover the mooring.
So… fingers crossed until next year!





 Mooring components on the deck: ACDP (Acoustic Current Doppler Profiler)
(Image: G.Realdon)

P.S. The "Mooring Men"

On board G.O.Sars they are known as “The Mooring Men”, and they work as a single team in realizing a highly co-operative enterprise. They are from different European countries and institutions and are able to transform every difference into a valuable resource.
Let me introduce them.

From OGS, Italy: Simone Cosoli, Davide Deponte, Paolo Mansutti
From CNR-ISMAR, Italy: Stefano Aliani, Lorenzo Corgnati, Leonardo Langone

From University of Gothenburg, Sweden: Sam Fredriksson, Ardo Robijn


Sam Fredriksson
Ardo Robijn

Paolo Mansutti e Davide Deponte sono, rispettivamente, un tecnico e un ingegnere dell’Osservatorio Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste.
Ho approfittato della pausa tra due turni per far loro qualche domanda su un oggetto misterioso (almeno per me) di cui ho sentito parlare durante questa crociera: il mooring.
Mi spiegano che i mooring si chiamano così perché sono dispositivi stanno ancorati (in inglese to moor, appunto) sul fondale per mezzo di grossi pesi.
Durante la crociera PREPARED un gruppo internazionale di oceanografi, geologi e specialisti tecnici, provenienti dall’OGS, dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e da altre  istituzioni europee, sta posizionando alcuni mooring a Sud-Ovest di Spitsbergen.
Che aspetto ha un mooring? Non è facile a dirsi, perché esso ha una struttura modulare,
strutturata in base allo scopo della ricerca.
Per prima cosa c’è la zavorra, un grosso peso necessario a contrastare la spinta di Archimede: è fatto di ferro e di solito consiste in…  alcune ruote di treno dismesse, come ho imparato (con una certa sorpresa) da Leonardo Langone, un oceanografo italiano del CNR-ISMAR di Bologna.
Alla zavorra è agganciato un cavo di Kevlar - lungo a seconda del bisogno – collegato con  un certo numero di strumenti e, all’altra estremità, con una o più boe per tenere il cavo in verticale e gli strumenti alla profondità desiderata.
I dispositivi usati in in questa crociera comprendono l’ACDP (Acoustic Current Doppler Profiler), che misura la velocità della corrente su una certa sezione verticale, altri strumenti per misurare la velocità della corrente, la salinità e la temperature dell’acqua, nonché trappole per sedimenti, programmate per raccogliere le particelle che si depositano in un intervallo di tempo prestabilito.
Tutti gli strumenti registrano i loro dati e li conservano sul posto fino al momento in cui il mooring, dopo diversi mesi, viene recuperate. Per fare ciò, un altro costituente fondamentale è il dispositivo di sgancio comandato a distanza.
Trascorso il periodo di misurazione programmato, i ricercatori torneranno sulla stessa posizione e, per mezzo di un idrofono, attiveranno il dispositivo di sgancio e recupereranno il mooring.
Incrociamo le dita fino al prossimo anno!

 Mooring components on the deck
(Image: G.Realdon)

P.S. I "Mooring Men"

A bordo della G.O.Sars sono conosciuti come i “Mooring Men” e lavorano come un’unica squadra per realizzare un’impresa altamente collaborativa. Vengono da diversi paesi europei e da diverse  istituzioni, ma sono in grado di trasformare ogni differenza in una risorsa preziosa.
Permettete che ve li presenti.

Dall’OGS, Italia: Simone Cosoli, Davide Deponte, Paolo Mansutti
Dal CNR-ISMAR, Italia: Stefano Aliani, Lorenzo Corgnati, Leonardo Langone
Dall’Università di Gotheborg, Svezia: Sam Fredriksson, Ardo Robijn


Lorenzo Corgnati

Simone Cosoli

Davide Deponte
Paolo Mansutti
Stefano Alliani


Leonardo Langone


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